Le soluzioni al gomito del tennista
Le soluzioni al gomito del tennista
L’epicondilite, conosciuta anche come “gomito del tennista”, è una tendinopatia dei muscoli estensori dell’avambraccio che hanno inserzione sull’epicondilo laterale.
Si differenzia dalla meno frequente epitrocleite o “gomito del golfista”, ovvero una tendinopatia a carico dei muscoli flessori e pronatori dell’avambraccio che hanno inserzione sull’epitroclea.
L’epicondilite colpisce non solo chi gioca a tennis, ma tutti coloro che fanno un uso eccessivo e continuato del gomito con conseguente sovraccarico funzionale.
I sintomi si sviluppano gradualmente. Il paziente riferisce l’esordio graduale di un dolore al versante laterale del gomito e dell’avambraccio durante attività che implicano la torsione o l’estensione del polso, come sollevare pesi, girare un cacciavite, colpire una palla da tennis con un rovescio. Con il tempo il dolore può irradiarsi lungo l’avambraccio e persistere anche a riposo, determinando la progressiva riduzione della funzionalità di mano, polso e gomito.
Il segno più costante nell’epicondilite è una dolorabilità localizzata sull’inserzione comune dei muscoli estensori con possibile tumefazione.
Il dolore può essere evocato:
- con una leggera percussione sull’epicondilo
- con un’estensione contro resistenza del polso a gomito esteso (test di Cozen)
- con pronazione contro resistenza con polso flesso e gomito esteso (test di Mills)
Una radiografia permette di escludere un’artrite del gomito e di rilevare eventuali calcificazioni.
Il trattamento dell’epicondilite prevede tre fasi.
- Prima fase:
- riduzione del sovraccarico: modificare o eliminare le attività che causano i sintomi è il passo più importante nel trattamento. Nel caso di un’epicondilite legata al tennis, il passaggio ad una racchetta più leggera può dare benefici.
- riduzione del dolore e dell’infiammazione: utilizzo combinato di laser, tecar o crioultrasuoni, stretching dolce dei muscoli estensori dell’avambraccio, massoterapia decontratturante. Nel caso di epicondiliti con associata calcificazione trovano indicazione le onde d’urto.
- Seconda fase:
- recupero della forza totale del braccio tramite esercizi isometrici e contro resistenza per i flessori e gli estensori del polso, e per i pronatori ed i supinatori dell’avambraccio. Si utilizza una resistenza minima ed un numero alto di ripetizioni
- Terza fase:
- ritorno all’attività limitante
Condividi
I miei articoli






